La salubrità del suolo (prima parte)

Guardiamo fuori dalle nostre finestre e il nostro sguardo si posa sulle chiome degli alberi,  le nostre orecchie ascoltano il canto degli uccellini, vediamo le nuvole, grandi bianche e vaporose, oppure grigie quasi nere e inquietanti. Sentiamo la pioggia, il suo odore, osserviamo le gocce che bagnano la terra. Se non piove e fa freddo, ci perdiamo nel cielo azzurro, percepiamo il calore del sole sulla nostra pelle, tutto è più vivido, tutto sta diventando più estremo. Fa sempre più freddo, fa sempre più caldo, è tutto umido,  in casa invece é tutto secco e c’è polvere sui pavimenti c’è tanta polvere…

arcobaleno

Arcobaleni giganti, temperature anomale, temporali violenti, vento…
guardiamo la nostra città con occhi diversi o è la città che è diversa?

Cosa sta accadendo?
Cosa ci sta accadendo?

Non lo sappiamo, non capiamo, ma un grande fervore sta insinuandosi nei nostri cuori in questo periodo del mondo e su questo pianeta Terra. E’ come un fortissimo richiamo alla vita, è una voglia irrefrenabile di semplicità e di certezze concrete che ci spinge a cercare un benessere che iniziamo a capire di aver perduto.  E allora succede che passi di corsa davanti ad un negozio di fiori e vedi un fiore o una pianta, e vuoi quella pianta, la vuoi a tutti i costi, la vuoi sul tuo balcone, hai voglia dei suoi colori, dei profumi, vuoi la sua vitalità… e poi…
e poi arrivi al cibo…
e allora inizi a pensare che non ti piace più comprare i cibi che adesso vedi come morti, chiusi dentro al polistirolo e avvolti da una plastica trasparente, dentro un frigo gelido e sotto le luci al neon, con quel sottofondo allucinate di musiche sempre uguali in un “nonluogo” qualsiasi, uguale a tutti gli altri nonluoghi del mondo, inizi a percepire che questi cibi non hanno più nessun gusto, non hanno profumo, non ti appagano, non ti nutrono, insomma NON TI PIACCIONO!!!
mele di plastica
adesso hai voglia di Vita, di vitalità, saporita, nutriente, emozionante, colorata, hai finalmente voglia di una VITA VERA.

E così inizi col mettere dei fiori sul balcone, le piante in casa e compri riviste di giardinaggio, ti informi, leggi e sogni i giardini più belli, inizi a pensare che forse la città non va più bene per te e che adesso desideri una vita in campagna. Guardi i documentari alla televisione,  ma guardi anche i tuoi figli guardare i documentari e senti che tutto questo non può più bastare…
Senti che é proprio la tua anima che vuole di più e quel di più lo vuoi anche per le persone che ami, per i tuoi figli, per i tuoi genitori, per i tuoi nonni. Ma non é semplice trasferirsi in campagna, il lavoro, la scuola, i soldi… e così decidi che il cibo finto almeno quello proprio non va più bene. Inizi a cercare quello più sano, approdi al biologico, ma é carissimo, due mele costano come oro, vai al mercato dai contadini, ma vedi che anche li qualche cosa non ti risuona dentro, frutti all’apparenza grossi e colorati in realtà deludono il palato e spesso hanno quello strano retrogusto di medicina, e allora inizi a chiederti se sarà pieno di anticrittogamici e biocidi vari…
e allora pensi: e se me lo coltivassi io il mio cibo???
cosa ci va a coltivarsi un po’ di cibo, posso farlo anche in città, posso farlo anche sul mio balcone…

E così finisci anche tu ad immaginare di costruirti il tuo “orto in città”.

Gli Orti in Città sono ormai un fenomeno dilagante, sta succedendo in tutto il mondo e contemporaneamente, forse in parte é stato indotto dal marketing pilotato ad arte da aziende lungimiranti, ma forse le stesse hanno solo saputo interpretare una richiesta spontanea che stava nascendo in seno ad una popolazione mondiale frustrata, stanca, sempre più povera e molto impaurita. Siamo sopravvissuti a noi stessi e l’apocalisse del 2012 che tanto ci spaventava ormai é solo più un ricordo…
Ok, via… facciamo un orto, svoltiamo e diamoci da fare!

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Ma ecco che appena immaginiamo di costruirci un orto in città, ci sorge il dubbio proprio della salubrità del suolo stesso, é un pensiero che viene naturale associandolo alla autoproduzione di cibo, perché?
Perché in qualche modo il nostro istinto primordiale di sopravvivenza non é ancora del tutto assopito e vigila inquieto su quell’inquinamento in cui viviamo immersi ogni santo giorno.
L’aria puzza davvero tanto in città, come non accorgersene, spesso ci manca persino il respiro in certi incroci pieni di auto, e poi…  guardandoci intorno, ci sembra proprio che tutto quello che ci circonda sia inquinato, sporco,  il cemento grigio, il catrame nero, i gas delle auto, il rumore assordante, i rifiuti spesso abbandonati per strada, i cassonetti puzzoni delle immondizie, le cacche dei cani…
e così accade che solo e proprio nel momento stesso che celebriamo quel gesto antico del seminare o del mettere a dimora una piantina nel suolo,  associando il cibo per nutrirci al terreno da cui lo raccoglieremo, una memoria archetipa riaffiora e il nostro sano istinto di sopravvivenza da tempo completamente anestetizzato in certi gravi casi quasi morto, si riattiva e ricorda, sospetta, si interroga. Il nostro sano istinto di sopravvivenza vuole ritornare a conoscere l’ambiente in cui vive e a comandare la nostra vita, in particolare vuole che il cibo che mangiamo per ben tre volte al giorno in quel rituale imprescindibile su cui si fonda tutto l’equilibrio del nostro corpo e anche dell’ambiente che ci circonda, sia sano e ci faccia del bene.

La città non ci da un gran senso di pulito, e se mentre in un bosco o in un prato subito fuori città, ci sediamo naturalmente per terra, magari timorosi solo di qualche insetto sconosciuto,  in città abbiamo quasi una fobia da sporcizia, e non ci sogniamo certo ne di toccare, ne di sederci sul nostro suolo cittadino, immaginiamoci mai fare un orto da cui raccoglieremo le carote che mangeremo…
I dubbi che emergono sono tantissimi e con essi le contraddizioni rimosse di tutta una vita, spesso davvero difficili da accettare,  da ammettere. Iniziamo a chiederci dove cavolo eravamo prima,  quando mangiavamo le minestre pronte e solubili tanto comode, ma piene zeppe di glutammato e di strani esaltotori di sapidità e di coloranti e conservanti, quando ingurgitavamo il pane già tagliato a fette quasi fossimo impediti nell’usare anche un semplice coltello, oppure spremevamo le acciughe o il tonno fatto in poltiglia e anche quello a lunga conservazione. Per quanto tempo abbiamo vissuto di snack e di cioccolatini, di brioche e cappuccini cercando di non ascoltare l’urlo straziante del nostro corpo offeso dalla troppa sofisticazione, i bruciori di stomaco, l’acidità, i mal di testa, i dolori articolari…  Purtroppo siamo cresciuti con quella stupida canzoncina in testa ascoltata da piccoli, ve la ricordate… “basta un poco di zucchero  la pillola va giù, la pillola va giù, la pillola va giù” e ci siamo illusi per ignoranza e per ingenuità che la scienza e la chimica farmaceutica potessero tutto sulla nostra vita e anche sulla nostra salute. Per poi svegliarci attoniti in una coda sempre più lunga in quei freddi reparti di analisi con il timore di un cancro o di chissà quale altra brutta malattia. Abbiamo sbagliato tutto, si, dobbiamo ricrederci dall’esserci fidati quasi ciecamente,  delegando la nostra salute in mani avide purtroppo solo e sempre di denaro.

Ma non puniamoci per questo, la vita è forte, noi siamo forti e a tutto si può rimediare, perché la natura é questa bellissima cosa qui, la natura é vita, ed è proprio attraverso la natura, i suoi elementi, le sue leggi, e la sua forza vitale che si può curare l’uomo e la sua sofferenza.

Non a caso fin dall’antichità classica si parla di una “vis medicatrix naturae”, una energia curatrice della natura.

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La natura ci fornisce gli elementi per guarire quasi tutto, e ogni medicina anche la più sofisticata contiene in se sempre e solo una base naturale. Non esistono farmaci con componenti extraterrestri, ora ne siamo certi e siamo consapevoli che la natura non può venir sostituita da nulla, perché è già perfetta proprio così com’è.
Siamo immaturi, adolescenti curiosi che iniziano solo ora a capire, forse a ricordare, da dove proviene la nostra bellissima vita, da dove proveniamo noi, noi che siamo terra e dalla terra veniamo e alla terra ritorniamo.
Quando decidiamo di costruirci un orto, crediamoci di più,  non lasciamoci prendere dal disorientamento, dal senso di impotenza, non scoraggiamoci nel procedere su questo sentiero, e non rinunciamo per nulla al mondo a fare e ad avere il nostro orto in città, é un nostro diritto, e quanto vi é di più sacro ed importante, é la vera libertà essere i padroni del nostro cibo. Dobbiamo e vogliamo conoscere il nostro suolo, vogliamo sapere cosa vive nel terreno e fuori dal terreno, imparare a riconoscere i semi, seguire le stagioni, coltivare frutti e fiori, questa é la vera conoscenza, questa é la vera scienza, questa é la vera libertà.

Non facciamoci mai più trarre in inganno e non disperiamo, perché quando si parla di suolo non esiste una regola precisa, ma un equilibrio dinamico, e quindi  possiamo trovare terreni puliti in città e terreni avvelenati in campagna, perché la terra é sempre diversa, possiamo quasi dire che le sue componenti cambiano ad ogni metro quadrato, la terra è viva e non è mai la stessa, perchè dipende da quello che vive in se, e fuori di se, e dipende tutto dalla sua omeostasi.

Perché è così importante la salubrità del suolo?

Perché il suolo e le piante sono un unico organismo!


E noi, mangiando la pianta o il suo frutto, mangiamo quello che ha assorbito.  Lo Stomaco della pianta é proprio il suolo, quello strato profondo dove la radice va per prelevare i suoi nutrienti.

Purtroppo viviamo in una società che negli ultimi duecento anni, ha completamente dimenticato che le piante vivono nel suolo, le piante sono trattate come se vivessero sulla luna, ma d’altronde noi stessi viviamo come se fossimo sulla luna, la dissociazione é grave, infatti ci preoccupiamo di tutto, ma proprio di tutto,  meno della cosa più importante su tutte, quella che ci consente di vivere e di crescere veramente, il “cibo”.
Quando non potremo più nemmeno scegliere di cosa come e quanto alimentarci e di dove come e quanto crescere,  e verremo trattati come quelle povere piantine cresciute a flebo di fertilizzanti,  tutte uguali nei vivai di un industria agroalimentare “schizzofrenica”, allora potremo dire addio alla nostra libertà di individui per sempre, perché verremo allevati ne più e ne meno di come usiamo già fare noi tristemente con le mucche, con i polli, con i conigli e oggi persino con le insalate.

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Non capire l’importanza del suolo è un fatto gravissimo che non dobbiamo assolutamente sottovalutare, chi vuole illudervi che si possa vivere senza il suolo, vi sta mentendo sapendo di mentire e sicuramente possiede un bel orto nella sua villa privata.  Non fidatevi mai delle tecnocrazie agricole nascenti, ne di chi le promulga, lo fanno solo perché hanno molto da guadagnarci, e più crescerà la consapevolezza verso la terra, verso la salubrità del suolo, verso la vita sana e il buon senso,  più cercheranno di ostacolare questo naturale processo di sopravvivenza e di evoluzione del pianeta e delle specie che lo abitano, tra cui anhe noi specie umana. Cercate sempre le fonti degli articoli, non vi fate abbindolare da parole come BIO, GREEN, SOSTENIBILE, il marketing aggressivo delle corporation sfrutta tutto il possibile e ne perverte il significato, confondendo le acque e rendendo tutto sempre più complicato. Nel dubbio, state con la terra lei non vi tradirà mai.

A questo proposito, sarebbe opportuno approfondire meglio che cosé il suolo,  leggendo questo articolo molto completo e ben articolato proprio sulla salubrità del suolo. Il consiglio é di leggerlo anche più volte, perché la sua complessità in certi casi non é facilmente assimilabile, ma la conoscenza del suolo e la sua specularità che lo rende simile al nostro intestino é la chiave per comprendere poi tantissime altre cose,  sulla terra e su noi, e su come funziona la vita.

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