Sappiamo quanto lavoro extra dobbiamo fare per mantenere le nostre auto (protesi erutta gas)?

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Walkable City, libro di Jeff Speck sulle città percorribili a piedi veramente a misura d’uomo

L’urbanista e progettista architettonico Jeff Speck ha dedicato la sua carriera a valutare possibili soluzioni per rendere le città più vivibili. Una delle soluzioni è quella di far prevalere all’interno delle metropoli un fattore, seppur apparentemente banale, necessario: la pedonabilità.

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Di seguito la trascrizione del video che potete vedere sottotitolato a questo indirizzo

http://www.ted.com/talks/jeff_speck_the_walkable_city?language=it

 

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Sono un urbanista, un progettista urbano, ex difensore delle arti, ho studiato architettura e storia dell’arte, e oggi voglio parlarvi non di design ma dell’America, e di come l’America possa essere economicamente più flessibile, di come l’America possa essere più sana, e di come l’America possa essere più sostenibile dal punto di vista ambientale. Mi rendo conto che siete un pubblico globale, ma credo di aver bisogno di parlare dell’America perché c’è una storia, in alcuni luoghi, non tutti, secondo la quale ci si appropria delle idee americane per emularle, nel bene e nel male, in tutto il mondo.

E la peggiore idea che abbiamo mai avuto è l’espansione urbana. Viene imitata in molti posti proprio mentre parliamo. Per espansione urbana intendo la riorganizzazione del paesaggio e la creazione del paesaggio attorno alla necessità dell’uso di automobili. L’automobile che una volta era uno strumento di libertà è diventata una protesi che erutta gas, fa perdere tempo e minaccia la vita. Molti di noi ne hanno bisogno, in effetti, la maggior parte degli americani ne ha bisogno, proprio per vivere la vita quotidiana. E c’è un’alternativa.
Sappiamo che la metà del mondo vive nelle città.
In America, vivere in città, per molti vuol dire ancora dipendere da quell’automobile. E ciò per cui lavoro, è rendere le nostre città più percorribili a piedi. Ma non posso fare discorsi sulla progettazione in grado di avere lo stesso impatto dei discorsi che ho imparato dagli economisti, dagli epidemiologi e dagli ambientalisti. Ecco perciò le tre argomentazioni di cui oggi vi parlerò brevemente.

Quando ero ragazzo, negli anni ’70, la famiglia americana media spendeva un decimo del proprio reddito per il trasporto. Da allora abbiamo raddoppiato il numero di strade in America, e ora spendiamo un quinto del nostro reddito per i trasporti.
Le famiglie che lavorano, alle quali si attribuisce un guadagno tra i 20 000 e i 50 000 dollari all’anno in America attualmente spendono di più per i trasporti che per l’abitazione, leggermente di più, a causa di questo fenomeno detto “guida finché puoi”: trovare case sempre più lontane dal centro delle città e dal posto di lavoro, rimanendo vincolati a un pendolarismo di due, tre, quattro ore al giorno.
Ne sono un esempio i quartieri nella Central Valley in California, che non sono stati coinvolti dall’esplosione della bolla immobiliare e dall’aumento del prezzo del gas; e sono stati decimati. E infatti queste sono molte delle comunità semi-deserte che si vedono oggi. Immaginate di mettere tutto ciò che avete nel mutuo, il valore crolla, e dovete pagare il doppio per tutti i viaggi in auto che fate.

Sappiamo cosa succede alla nostra società e tutto il lavoro extra che dobbiamo fare per mantenere le nostre auto.

Cosa succede quando una città decide di dare spazio ad altre priorità?

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E probabilmente il miglior esempio che abbiamo qui in America è Portland, nell’Oregon. Portland ha preso una serie di decisioni negli anni ’70 che hanno iniziato a differenziarla da quasi tutte le altre città americane. Mentre la maggior parte delle altre città sviluppava una ruota di scorta indifferenziata per l’estensione urbana, loro hanno istituito un limite alla crescita urbana. Mentre la maggior parte delle città aumentava le strade, rimuovendo parcheggi a spina di pesce e alberi per far scorrere più traffico, loro hanno istituito un programma di strade essenziali.

E mentre la maggior parte delle città investiva in più strade e più autostrade, loro invece investivano in infrastrutture per andare a piedi e in bicicletta.

Hanno speso 60 milioni di dollari in strutture per biciclette, che sembrano molti soldi, ma li hanno spesi in circa 30 anni, quindi due milioni di dollari all’anno, non così tanto, e metà del prezzo di uno svincolo a quadrifoglio che hanno deciso di ricostruire in quella città. Questi cambiamenti e altri simili hanno cambiato il modo di vivere degli abitanti di Portland, e i chilometri percorsi in auto ogni giorno, quanto ogni persona guida, è culminato nel 1996, e da allora è sceso, e attualmente guidano il 20 percento in meno del resto del paese. L’abitante medio di Portland guida 6,5 chilometri in meno, e 11 minuti in meno al giorno rispetto a prima. L’economista Joe Cortright ha fatto i calcoli e ha scoperto che quei sei chilometri più quegli 11 minuti equivalgono al tre e mezzo percento del reddito della regione.

Dunque se non spendono quel denaro per andare in auto — e tra parentesi, l’85 percento del denaro che spendiamo per andare in auto esce dall’economia locale — se non spendono quei soldi per spostarsi in auto, per che cosa li spendono?
Beh, Portland è nota per avere il maggior numero di portabagagli pro capite, il maggior numero di librerie indipendenti pro capite, il maggior numero di strip club pro capite. Sono tutte esagerazioni, piccole esagerazioni di una verità fondamentale, ovvero che gli abitanti di Portland spendono molto di più in svaghi di tutti i tipi rispetto al resto dell’America. A dire il vero, nell’Oregon si spende in alcol più di tutti gli altri stati, e può essere una cosa buona o cattiva, ma fa piacere sapere che guidano di meno.

Ma in realtà, ne spendono la maggior parte per la casa, e l’investimento nella casa è forse l’investimento più locale che si possa fare. Ma c’è un’altra storia su Portland, che non fa parte di questo calcolo, ovvero che le persone giovani e istruite si trasferiscono a Portland a frotte, tra gli ultimi due censimenti, c’è stato un aumento del 50 percento della generazione Y con istruzione universitaria, cinque volte ciò che si vede in qualunque altro posto del paese, o per meglio dire, della media nazionale.

Quindi da un lato, una città risparmia per i suoi abitanti diventando più percorribile a piedi e in bicicletta, dall’altro lato, è anche un tipo di città piacevole in cui la gente vuole risiedere. La migliora strategia economica che si possa avere in quanto città non è il vecchio modo di attrarre le aziende e cercare di avere un distretto di biotecnologia o un distretto medico, o aerospaziale, ma diventare un luogo dove la gente vuole vivere. La generazione Y, questi motori imprenditoriali, che per il 64 per cento prima decide dove vuole vivere, poi si trasferisce, poi cerca un lavoro, verrà nella vostra città.

Il fattore salute è spaventoso, probabilmente avete già sentito parlare dell’argomento. Di nuovo, dagli anni ’70 sono cambiate molte cose. Negli anni ’70, un americano su 10 era obeso. Ora un americano su tre è obeso, e un altro terzo della popolazione è sovrappeso. Il 25 per cento dei giovani maschi e il 40 per cento delle giovani donne sono troppo grassi per arruolarsi nelle forze armate. Secondo il Centro per il Controllo delle Malattie, un buon terzo dei bambini nati dopo l’anno 2000 avrà il diabete. Abbiamo la prima generazione di bambini in America che si prevede vivrà meno a lungo dei propri genitori.

Credo che questa crisi della salute americana di cui abbiamo sentito tutti parlare sia una crisi di design urbano, e che il design delle nostre città ne sia la cura. Perché abbiamo parlato molto di diete, e sappiamo che la dieta influisce sul peso, e naturalmente, il peso influisce sulla salute. Ma abbiamo appena iniziato a parlare di inattività, e come l’inattività che nasce dal nostro ambiente, l’inattività che viene dal fatto che viviamo in un luogo dove non esiste più una sana camminata, ci stia facendo aumentare di peso. E infine abbiamo studi, uno in Gran Bretagna intitolato “Ghiottoneria contro pigrizia” che ha analizzato il peso rispetto alla dieta e il peso rispetto all’inattività, e ha scoperto una correlazione molto più forte tra gli ultimi due. Il Dott. James Levine alla giustamente nominata Clinica Mayo mette i suoi soggetti test in biancheria elettronica, mantiene fissa la loro dieta, e poi inizia a pompare dentro calorie. Alcune persone hanno preso peso, altre no. Aspettandosi qualche fattore metabolico o del DNA in opera, sono rimasti scioccati nel vedere che l’unica differenza tra i soggetti che sono riusciti a capire era la quantità di movimento. Di fatto coloro che hanno preso peso stavano seduti, in media, due ore in più al giorno rispetto a chi non lo faceva.
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Ci sono quindi questi studi che legano il peso all’inattività, ma c’è di più, ora abbiamo studi che legano il peso al luogo in cui si vive.
Vivete in una città più percorribile a piedi o una che lo è di meno?
Oppure, dove vivete nella vostra città?

A San Diego, hanno usato Walk Score — Walk Score classifica ogni indirizzo in America e presto del mondo in termini di percorribilità a piedi — hanno usato Walk Score per classificare i quartieri più percorribili a piedi e meno percorribili a piedi. Indovinate un po’?
Se viveste in una città più percorribile a piedi, avreste il 35 per cento di probabilità di essere sovrappeso. Se viveste in una città meno percorribile a piedi, avreste il 60 per cento di probabilità di essere sovrappeso. Abbiamo studi su studi che legano il luogo in cui si vive alla salute, in particolare negli Stati Uniti, dove questa è la più grave crisi sanitaria, che nasce da inattività legata all’ambiente. Ho imparato una parola nuova la settimana scorsa. Questi quartieri vengono chiamati “obesogenici“. Potrei sbagliarmi, ma avete capito l’idea.

Questa è una cosa. Citiamo brevemente il fatto che abbiamo un’epidemia di asma in questo paese. Probabilmente non ci avete pensato molto. 14 americani muoiono ogni giorno per asma, tre volte di più che negli anni ’90, ed è quasi sempre dovuto ai gas di scarico.
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L’inquinamento americano non viene più dalle fabbriche, viene dai tubi di scarico, e il tempo passato al volante nella vostra città, i chilometri percorsi, sono una buona previsione dei problemi di asma nella vostra città.

Infine, in termini di guida, c’è il problema della prima causa di morte di adulti in salute, e una delle più importanti cause di morte in generale: gli incidenti stradali. Diamo per scontati gli incidenti stradali. Lo consideriamo un rischio naturale del fatto di essere sulla strada. Di fatto, qui in America, 12 persone su 100 000 muoiono ogni anno per incidenti automobilistici. Qui siamo al sicuro. Sapete una cosa? In Inghilterra, sono sette su 100000. In Giappone, sono quattro su 100 000. Sapete dove sono tre su 100000? New York City. San Francisco, stessa cosa. Portland, stessa cosa. Quindi in città siamo più al sicuro perché guidiamo meno? Tulsa: 14 su 100 000. Orlando: 20 su 100 000.
Non si tratta del fatto di essere in città o meno, dipende da come è progettata la città?
È progettata intorno alle auto o intorno alle persone?

Perché se la vostra città è progettata intorno alle auto, va benissimo per farle scontrare una contro l’altra.

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Fa parte di una discussione sulla salute molto più ampia.

Infine, il dibattito ambientale è affascinante, perché gli ambientalisti hanno dato una svolta una decina di anni fa. Il movimento ambientalista in America è stato storicamente un movimento anti-città da Jefferson in avanti.

“Le città sono pestilenziali per la salute, per le libertà, per la morale degli uomini. Se continuiamo ad ammucchiarci in città, come fanno in Europa, diventeremo corrotti come in Europa e ci mangeremo l’un l’altro come fanno laggiù.” 11:14
Apparentemente aveva il senso dell’umorismo.

Poi il movimento ambientalista americano è diventato un movimento arcadiano classico. Per diventare più ambientalisti, ci trasferiamo in campagna, ci mettiamo in contatto con la natura, creiamo delle periferie. Ma naturalmente, abbiamo visto quello che fa.

La mappa del carbonio in America, dove viene emessa la CO2, ha martellato sull’argomento per molti anni.

Se guardate la mappa di emissione del carbonio per chilometro quadrato, qualunque mappa del carbonio degli Stati Uniti, sembra una foto satellitare notturna degli Stati Uniti, più calda nelle città, più fredda in periferia, buia, pacifica in campagna. Finché qualche economista non si è chiesto se fosse il modo giusto di misurare la CO2. C’è solo un certo numero di persone in un dato momento in questo paese, e possiamo scegliere di vivere dove forse avremmo un minore impatto. Hanno detto, proviamo a misurare la CO2 per nucleo famigliare e facendo questo, la mappa si è rovesciata, più fredda in centro città, più calda in periferia, e bollente in quei quartieri più esterni da “guida finché puoi”. Un cambiamento radicale, e ora abbiamo ambientalisti ed economisti come Ed Glaeser che dicono che siamo una specie distruttiva. Se amate la natura, la cosa migliore da fare è starne lontani, trasferirvi in città, più densamente abitate sono, meglio è, e città più densamente abitate come Manhattan sono le città migliori. L’abitante medio di Manhattan consuma benzina ad un ritmo che il resto della nazione non vedeva dagli anni ’20, consuma metà della corrente di Dallas. Ma ovviamente, possiamo fare meglio. Le città canadesi consumano la metà della benzina delle città americane. Le città europee consumano la metà della metà. Ovviamente, possiamo fare meglio, e vogliamo fare meglio, cerchiamo tutti di essere più verdi.

La discussione finale su quest’argomento è che credo stiamo cercando di essere verdi nel modo sbagliato, sono uno dei tanti che crede che questa attenzione ai gadget, agli accessori — Cosa posso aggiungere alla mia casa, cosa posso aggiungere a quello che ho già per rendere il mio stile di vita più sostenibile? — in un certo senso ha dominato la discussione. Non ne sono immune. Mia moglie e io abbiamo costruito casa nuova su un terreno abbandonato a Washington D.C., e abbiamo fatto del nostro meglio per ripulire gli scaffali del reparto sostenibilità. Abbiamo un impianto fotovoltaico, acqua calda a riscaldamento solare, gabinetto a doppio scarico, pavimenti in bambù. Un ciocco che brucia nella mia stufa tedesca high-tech apparentemente, presumibilmente, emette meno carbonio nell’atmosfera che non lasciarlo a decomporsi nella foresta. Eppure tutte queste innovazioni — questo dicevano nell’opuscolo.

Tutte queste innovazioni insieme contribuiscono una frazione di quanto contribuiamo noi vivendo in un quartiere percorribile a piedi a tre isolati dalla metropolitana nel cuore della città. Abbiamo cambiato le lampadine per quelle a risparmio energetico, e dovreste fare lo stesso, ma mettere lampadine a risparmio energetico risparmia la stessa energia in un anno del trasferirsi in una città percorribile a piedi in una settimana.

E non vogliamo discutere di questo. I politici e i commerciali hanno paura del marketing verde come “scelta di vita”. Non si vuole dire agli Americani, per amor di Dio, che devono cambiare stile di vita. Ma se lo stile di vita rappresentasse qualità della vita e qualcosa di cui potremmo approfittare tutti, qualcosa di meglio rispetto a quello che abbiamo adesso?

Il punto di riferimento nella classifica della qualità della vita, si chiama Mercer Survey *. Forse ne avete sentito parlare. Classifica centinaia di nazioni nel mondo secondo 10 criteri che si crede aggiungano qualità alla vita: salute, economia, istruzione, casa, quello che volete. Ce ne sono altri sei. Devo farla breve.

*(Milano si trova al 50° e Roma al 52°)

È molto interessante vedere che la città americana più alta in classifica è Honolulu, posizione 28, seguita dai soliti sospetti: Seattle e Boston e tutte le città percorribili a piedi. Le città dove si guida, nell’area della Sun Belt, Dallas, Phoenix, e spiacenti, Atlanta, sono città che non compaiono nella lista. Ma chi fa ancora meglio? Le città canadesi come Vancouver, dove di nuovo, bruciano meno combustibili. E di solito vincono città in cui si parla tedesco, come Düsseldorf o Vienna, dove bruciano metà del combustibile. Vedete questo strano allineamento.
L’essere più sostenibili alza la qualità della vita?
Direi che la stessa cosa che vi rende più sostenibili vi dà una maggiore qualità della vita, ed è vivere in un quartiere percorribile a piedi. La sostenibilità, che include la ricchezza e la salute potrebbe non essere funzione diretta della nostra sostenibilità. Ma in particolare qui in America, inquiniamo così tanto perché buttiamo via il tempo, i soldi e la vita sulle autostrade, quindi questi due problemi sembrano condividere la stessa soluzione, ossia fare città più percorribili a piedi.

Non è semplice da fare, ma si può fare, è stato fatto, lo si sta facendo in più di una città, nel mondo e nel nostro paese.

Mi confortano le parole di Winston Churchill, che la metteva in questo modo:

“Gli Americani possono fare la cosa giusta una volta esaurite le alternative.”

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